Come e quando si prepara ciò che ci servirà per il parto (e il dopo parto)? 

É consigliabile preparare la borsa per il ricovero in ospedale per il parto – o per la permanenza in casa maternità – per gradi e non troppo a ridosso della data di termine. In genere si sente suggerire di occuparsene intorno alla 36° settimana. Mi riferisco qui agli oggetti pratici, assieme a documentazione medica e documenti, ma talvolta dimentichiamo che al parto portiamo con noi anche molte risorse immateriali che non sono affatto meno importanti. 

 

La valigia del parto non contiene solo oggetti

 

La borsa del parto assomiglia un po’ a quella di Mary Poppins

 

Come prepararsi alla nascita

 

La coppia in attesa parte sempre per un nuovo viaggio

 

Chi è di aiuto nel preparare la valigia del parto?

 

E il Piano del Parto?

 

Cosa contiene una valigia del parto?

La verità è che il bagaglio con cui arriviamo alla nascita non è fatto solo di oggetti, ma anche di informazioni, esperienze, risorse e strategie, incontri, oltre che dell’insieme di scelte fatte lungo la strada. Anche di aspettative, desideri, timori, incertezze.
In quella borsa c’è anche tutto quello che abbiamo scoperto sul nostro corpo e quello della creatura che portiamo in grembo.
Ci sono il nostro carattere e temperamento, il contesto culturale in cui viviamo, le esperienze vissute con una gravidanza precedente e da piccole, il patrimonio di racconti sulla nascita e la maternità di parenti, amiche, colleghe.
Ci raccogliamo tre trimestri che sono uno propedeutico al successivo, ma anche la storia della nostra sessualità e del percorso di concepimento.

La valigia del parto, in questo senso, rappresenta uno spazio di riflessione fondamentale sulla nascita: sull’immagine che abbiamo di essa, sulle diverse opzioni che si hanno a disposizione caso per caso, a partire dalle condizioni di salute per allargarsi al contesto complessivo. Una riflessione che è altrettanto fondamentale coinvolga attivamente la coppia e crei una “alleanza” di sostegno e protezione per mamma e bambina/o. Quando questo spazio viene abitato e animato da entrambi i genitori – per gradi, nell’arco dei 9 mesi – le conseguenze sono ricche di benefici a lungo termine per tutta la famiglia, a cominciare dall’esperienza del travaglio e del parto.

 

“Non giudicare mai le cose dal loro aspetto, nemmeno una valigia

 

 

La borsa di Mary Poppins

Insomma, la borsa per il parto sembra quella di Mary Poppins.
La si prepara anche se si partorisce a casa e ora che sappiamo che è magica, proprio come quella di Mary Poppins, è facile capire perché: non è semplicemente un oggetto materiale, è ciò che portiamo con noi quando partiamo per il grande viaggio del diventare genitori!

Prepararsi alla nascita è infatti un viaggio di mesi, in sé, nella coppia e verso l’incontro con la propria creatura.
Ma c’è un momento in particolare carico di emozioni, domande e aspettative, spesso anche di incertezze e timori. Un momento che associamo all’inizio di un nuovo percorso di vita come madre, come genitori: il parto.

Con l’avvio del travaglio la donna parte letteralmente per un ulteriore viaggio da cui tornerà con il suo bimbo o la sua bimba fra le braccia. Anche se non compie lo stesso percorso, con lei può esserci il papà, il/la partner o altra figura, fondamentale nell’accompagnare e proteggere quel viaggio avventuroso che è sempre un miracolo e che, sempre, cambia l’esistenza di tutte le persone coinvolte.

 

Come prepararsi alla nascita 

Nel prepararci alla nascita non serve sentirci dire da altri cosa sia meglio fare, ma piuttosto ricevere orientamento verso le informazioni di cui abbiamo bisogno e sulla base delle quali compiere – un passo alla volta – scelte che sentiamo il più possibile risonanti con i nostri valori e desideri. Sempre a partire dall’andamento stesso della gravidanza e, certo, potendo contare sull’assistenza di figure di nostra fiducia competenti in materia.

Davvero ci si può dire completamente pront* a tutto questo?
In assoluto probabilmente mai. Di certo, durante la gravidanza è possibile raccogliere con calma tutte le informazioni, le esperienze e le risorse che riteniamo importanti e utili, ovunque potrà avvenire il parto: ospedale, casa maternità o casa propria. Consapevoli che la nascita ha i suoi tempi e la sua saggezza, che non è del tutto pianificabile o controllabile, ma anche che ci si può preparare ad essa sentendosi più seren*, autonom* e sostenut*. Sapendo che tutto questo avrà un impatto anche su quanto verrà dopo.

 

La coppia in attesa parte sempre per un nuovo viaggio

Il bagaglio non è solo personale, ma anche condiviso, col tempo da dedicare e dedicarsi, le radure in cui sostare insieme. Mentre nuova vita e nuove consapevolezze fioriscono…

Come davvero fare dei 9 mesi di gravidanza anche un tempo di consolidamento e nutrimento per la relazione fra i genitori?
Per arrivare con più energie e intesa al momento della nascita e, soprattutto, del dopo parto, è fondamentale che una coppia colga nei trimestri di gestazione l’opportunità di attraversare fasi diverse di contatto intimo, riflessione sui reciproci bisogni e desideri, di condivisione profonda di tutto ciò che concerne il percorso sanitario, la preparazione e l’elaborazione emotiva.

E se, per mille motivi, non c’è relazione col padre, con un/a partner? Anche questo ha un senso, anche questo è un viaggio, e lungo la strada ci saranno altre relazioni ad accompagnarci.

 

Ma chi ci aiuta ad orientarci?

Anche se sei periodicamente seguita da una ginecologa (o ginecologo), il mio suggerimento – soprattutto se la gravidanza è fisiologica, ma volendo anche nel caso di patologia parallelamente all’assistenza ginecologica – è di incontrare sempre anche una ostetrica con cui sviscerare, in anticipo rispetto all’ultimo trimestre, tutte le eventualità e le possibili preferenze per il tuo parto.
Di informarti sui punti nascita a te vicini e confrontarli, di prenderti un tempo per conoscere il reparto scelto senza limitarti alla classica visita “bilancio di salute” a poche settimane dal termine.
Laddove ti sembrasse di venire incalzata o sistematicamente sminuita o ancora di non ricevere risposte chiare e coerenti, approfondisci altrove. Fidati del tuo istinto.

Nel frattempo puoi anche valutare di allargare la conversazione con una doula che non ti dirà mai cosa devi fare nè fornirà alcun tipo di consulto medico, ma in mesi densi di emozioni altalenanti potrebbe rivelarsi molto efficace nell’aiutarti a mantenere o ritrovare la tua centratura e, in certi casi, facilitare quella alleanza di coppia – o familiare se ci sono già altri figli – di cui accennavo sopra. Se ne cerchi una io non posso che consigliarti la nostra Valentina Ghilardotti. Puoi rivolgerti a lei anche per essere indirizzata a colleghe sensibili e stimate fuori Milano e in altre zone d’Italia.

 

E il Piano del Parto?

Il Piano del Parto è un documento che mette nero su bianco il percorso di consapevolezza di una madre e una coppia di genitori, elencandone le richieste e le preferenze per il momento della nascita e del dopo parto compatibili con le oggettive condizioni di mamma e bimbə. Non è un contratto, non ha valore legale, ma può essere proposto come accordo scritto al team sanitario della struttura presso cui si partorirà e con esso ulteriormente discusso. Se ora che sei arrivata fin qui senti di volerne sapere di più ti rimando a questo approfondimento dedicato.

 

 

Qui la check list di cosa portare in ospedale

 

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